La mobilitazione industriale milanese si inserisce nella cornice dell’attività del Comitato regionale di mobilitazione industriale per la Lombardia e più in generale in quell’azione di mobilitazione complessiva della nazione resa necessaria dalle caratteristiche della guerra totale.
Strumento legislativo fu il R.D. 26 giugno 1915, n. 993, che riconobbe la facoltà di imporre e fare eseguire quanto occorreva ad incrementare le potenzialità del sistema produttivo privato e di dichiarare il personale soggetto alla giurisdizione militare. Viene così istituito il Sottosegretariato per le armi e munizioni a cui si devono due importanti provvedimenti: un organismo di mobilitazione industriale che provvedesse ai bisogni dell’esercito e della marina, e la nomina di una commissione di tecnici specialisti per il collaudo degli esplosivi e delle munizioni. A guidarne le attività fu posto il generale Alfredo Dallolio, prima sottosegretario e poi ministro per le armi e munizioni.
In questo quadro, la particolarità del caso lombardo si sostanzia non solo nell’importanza industriale del territorio ma anche nelle modalità di intervento del Comitato e nelle dinamiche di comportamento delle parti interessate: la Mobilitazione Industriale, creata per evitare il conflitto nelle fabbriche belliche, in realtà lo gestì, trasformandosi in uno strumento di modernizzazione delle relazioni industriali.